Prendere appunti nel modo migliore.- Molti viaggiatori, che si sono distinti per l’accuratezza e l’abbondanza dei loro appunti, li hanno scritti in una calligrafia chiara e leggibile. E’ essenziale, infatti, che ciò che si scrive sia leggibile da sconosciuti, anche a distanza di tempo. Se dovesse accadere che il viaggiatore perde la vita durante il viaggio, è importante che il suo lavoro non perisca insieme a lui. Le matite del tipo HHH, a punta dura, sono ideali per prendere appunti, perché lasciano un segno molto durevole anche sulla carta comune. Se invece si vuole usare la penna, può essere interessante il metodo adottato dal Dr. Barth. Egli aveva l’abitudine di tenere in tasca un piattino ricoperto d’inchiostro indiano essiccato. Ogni volta che aveva bisogno di annotare qualche osservazione, egli passava sulla superficie del piattino un polpastrello umido per sciogliere l’inchiostro, poi vi appoggiava la punta del pennino e scriveva. Il Capitano Burton, invece, ha ideato un marchingegno per poter scrivere nel buio più totale. Nelle sue notti insonni, egli prendeva appunti servendosi di uno strumento simile a quella usato dai ciechi, formato da listerelle di legno fissate orizzontalmente su di una cornice da appoggiare al foglio. Il Professor Forbes mi scrive:- “Da molto tempo ho preso l’abitudine di annotare a matita durante il giorno osservazioni e schizzi di ogni tipo. La sera poi li trascrivo a penna su di un quaderno migliore, ampliandoli e dando ad essi la forma di un diario di viaggio. Questo lavoro di mettere in bella copia gli appunti ha numerosi vantaggi, il più importante dei quali è quello della revisione immediata delle osservazioni fatte, sia sugli strumenti usati che sulla natura circostante. In questo modo si possono correggere contraddizioni e ambiguità, mentre la memoria dei fatti è ancora fresca. Inoltre, con questa precauzione, si è più sicuri che il frutto del lavoro di settimane non vada perduto con lo smarrimento del taccuino degli appunti. Il contenuto del diario servirà in seguito per essere consultato, estrapolato, rivisto e modificato, a seconda degli scopi ai quali deve servire.” Mi è stato spesso chiesto quale sia il modo migliore di annotare osservazioni. Indico il metodo seguito dal Capitano Blakiston, che ha esplorato la parte settentrionale delle Montagne Rocciose e ricevuto la medaglia della Royal Geographical Society per l’esplorazione e le rilevazioni cartografiche dello Yang-tze-Kiang in Cina. Egli usava tre diversi quaderni:
No.1. Quaderno di appunti tascabile, della dimensione di tre pollici e mezzo per cinque, di carta spessa e con le facciate, di solito 150, numerate. Questo quaderno è sufficiente per circa un mese, consentendo di non cadere vittime dell’ossessione di risparmiare spazio. Al centro di ogni pagina vi sono due sottili linee rosse orizzontali, alla distanza di mezzo pollice l’una dall’altra, che permettono di usare il quaderno anche per disegnare rilievi topografici. Per scrivere le osservazioni e disegnare è indicata una matita HHH a punta dura.
No.2. Giornale di viaggio.- Per il giornale di viaggio, è indicato un quaderno di forma allungata, di cinque pollici e mezzo per nove, che si apre dal lato più corto, sul quale trascrivere, con ordine e in bella calligrafia, le osservazioni e gli schizzi buttati giù durante il giorno sul taccuino. Se si usa il modello prestampato, si risparmia lavoro nella compilazione, perché non si deve disegnare lo schema. Risultano facilitate anche la consultazione e la lettura. Lo schema riportato non è una riproduzione esatta dell’originale perché questo libro non è abbastanza largo per consentirlo. Le proporzioni sono però rispettate. Questo modello è il risultato di una grande esperienza e di molte verifiche. Consiglio quindi al viaggiatore di non discostarsene, se non ha delle ragioni molto valide.
No.3. Quaderno per i calcoli.- Ha la stessa forma e le stesse misure del quaderno per il giornale di viaggio, ma in più ha gli schemi per i calcoli.
L’uso di tutti e tre questi quaderni risparmia molta fatica e confusione ed assicura l’accuratezza del lavoro. Per quanto riguarda le osservazioni da annotare e gli strumenti da utilizzare, essi sono così diversi per ogni viaggiatore che aggiungerò soltanto poche considerazioni generali nel seguente paragrafo.
Osservazioni da registrare.- Per fare un buon lavoro, un viaggiatore dovrebbe osservare o calcolare ed annotare: una volta ogni ventiquattr’ore la latitudine segnata dall’arco del meridiano; una volta ogni quindici giorni, una serie accurata di lunari e le variazioni della bussola; con frequenza minore, un’occultazione. Occasionalmente, egli farà anche un’osservazione del tempo, per regolare il proprio orologio (supponendo che egli non usi il cronometro). Dopo aver provveduto a rifornirsi di moduli prestampati per trascrivere le sue osservazioni, egli dovrà tenere a mente quanto segue:
Tutte le osservazioni devono essere fatte a coppie. Per le latitudini, ad esempio, osservate sempre una stella a nord ed una a sud. In questo modo, eventuali errori degli strumenti incideranno sui risultati in direzioni opposte, e la media dei risultati annullerà l’errore. Così, per il tempo, osservate una stella ad est ed una ad ovest e, per i lunari, una serie di distanze da una stella ad est della luna ed uno da una stella ad ovest della luna. Ogni volta che cominciate un’osservazione lunare, dedicatevi ad essa per almeno tre ore, in modo da arrivare ad avere una serie precisa. In questo modo, disporrete di un complesso di dati certi sui quali lavorare.