Sacchi a pelo Tende Arredo - Galton - Viaggiare e sopravvivere di Graziella Martina

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    Sacchi a pelo.- A guisa di zaino.- Negli ultimi venticinque anni, i douaniers francesi, di guardia sui Pirenei, dove i letti sono sconosciuti, hanno dormito dentro a dei sacchi impermeabili, restandovi avvolti spesso anche durante il giorno, per proteggersi dalla neve e dalla pioggia. Questi sacchi consentono anche di uscire fuori con facilità, con un balzo. I doganieri spagnoli, che fanno la guardia dall’altra parte della frontiera, per proteggersi usano i loro mantelli, che, pur essendo più pesanti, sono meno caldi ed efficaci contro l’umidità. Personalmente, in occasione di una scalata sulle Alpi svizzere, dove sono stato sorpreso da un violento e prolungato temporale, per proteggermi ho usato un sacco impermeabile con all’interno un pesante tessuto grezzo. L’ho abbottonato sotto il mento e mi sono infilato in testa il cappuccio, di cui era dotato.
     I sacchi dei douaniers sono fatti di pelle di pecora, con il pelo verso l’interno. Una volta ripiegati ed allacciati con le cinque fibbie, acquistano la forma di un grosso zaino, che può essere messo in spalla.

       

    Tessuto impermeabile.- Il Sig. Falconer mi scrive: “Nel 1841, feci un viaggio dal Texas al Messico. Arrivai a destinazione sei mesi dopo, il giorno di Natale. Avevo sempre dormito all’addiaccio, dentro ad un sacco a pelo in tessuto Mackintosh, all’interno del quale sistemavo due coperte, per riscaldarmi. Questo sacco aveva un lungo lembo da passare sul capo. Dopo più di un temporale sono uscito dal mio morbido guscio perfettamente asciutto. Oltre al sacco a pelo e alle coperte, avevo con me una tazza di latta ed una padella, che rappresentano, secondo me, tutto quello di cui un viaggiatore ha bisogno. Se ci si pensa, è sorprendente come siano poche le cose che sono veramente indispensabili in viaggio.”
    Sacco del contadino.- “Nella Germania del nord, i contadini usano un sacco fatto di robusto lino grezzo, che riempiono di paglia, fieno o foglie secche, attraverso un’apertura su un lato. Vi si infilano dentro e lo tirano su fino alle ascelle. I contadini usano questo sacco anche quando guidano il carro d’inverno e quando alloggiano in una delle loro squallide locande.” (Lettera al Times del 12 febbraio 1855).
    Sacco e tenda combinati.- Un sacco a pelo impermeabile e una piccola tenda per riparare almeno la testa e le spalle sono l’equipaggiamento migliore nei paesi dal clima umido. In questo modo il viaggiatore può mangiare o scrivere mentre giace nel suo sacco, senza temere l’umidità.
 
 

 
 
    Osservazioni generali.- Le tende rappresentano un’ottima protezione dalla pioggia e dalla rugiada, ma in un clima salubre ed asciutto, è molto meglio dormire all’addiaccio, davanti ad un bel fuoco di campo. Napoleone I, nel suo libro Maximes de guerre, dice: “Le tende non sono salutari per i soldati. Molto meglio per loro bivaccare, con i piedi vicino al fuoco e un po' di paglia o qualche asse per proteggersi dal vento. Le tende sono indispensabili soltanto per gli ufficiali, che devono avere un riparo per scrivere e consultare le mappe.” Le tende possono anche essere utilizzate come magazzino per l’equipaggiamento e i viveri, evitando di disperderli tutt’intorno, con il rischio che vengano persi o rubati.
 
    Materiali per tende.- I tessuti più adatti sono la tela di canapa, leggera e impermeabile e la seta che, però, è molto cara. Per tende piccole si usa generalmente una tela di cotone. In climi particolarmente inclementi o in paesi ove sia impossibile trovare della canapa, si possono usare il cuoio e il feltro. Anche le stuoie costituiscono un’eccellente materiale per la copertura della tenda. Se il tessuto è molto consunto, lo si può rinforzare cucendovi diagonalmente delle strisce di canapa. E’ consigliabile usare picchetti di acciaio anziché di legno, perché, quando manca la legna da ardere, questi ultimi vengono regolarmente trafugati dai cuochi.

       

     Tende.- L’arte di fabbricarle è molto migliorata nel tempo. Le vecchie tende, scomode, difficili da montare, con molti paletti e corde a raggiera, nelle quali uomini e cavalli inciampavano con costante regolarità, sono definitivamente tramontate. Una tenda deve essere, innanzitutto, leggera. Tenendo conto che il peso di una tenda durante il viaggio è molto superiore a quello che ha nell’asciutta atmosfera del salone d’esposizione, la scelta deve cadere su di una che si sorregga con il minore numero possibile di picchetti e di pali, pur avendo una certa forma. Quando fa caldo, la si dovrebbe poter aprire e sollevare da un lato, per creare una zona d’ombra all’aperto. Oppure, si dovrebbero poter attaccare dei lembi, per aumentarne lo spazio durante il giorno. Inoltre, dovrebbe essere fabbricata in un tessuto robusto, per evitare che lo sfregamento delle corde d’imballaggio lo consumi troppo in fretta.
    Jurta.- La jurta dei Kirghisi è una tenda spaziosa, robusta e calda. Resiste ai gelidi venti della steppa dell’Asia centrale più di qualsiasi altra e può essere montata e smontata in un’ora. Una iurta di 20-30 piedi di diametro pesa circa mezza tonnellata e richiede due cammelli per essere trasportata; sul primo si carica il tessuto, sull’altro la struttura in legno.
 
       

    Come montare una tenda.- Montare una tenda che sia in grado, a seconda dei momenti, di lasciare entrare l’aria oppure di escluderla, di trarre vantaggio dal sole oppure dall’ombra, è una vera arte. Per questo, la disposizione di un accampamento la dice lunga sul carattere delle persone che lo abitano. Nessuno sforzo dovrebbe essere risparmiato per addestrare gli uomini a fare bene questo lavoro. Una tenda montata in modo da essere ben tesa è più spaziosa, sicura e bella da vedere. Per misurare la distanza alla quale i picchetti devono essere conficcati nel terreno, io preferisco utilizzare una corda segnata con dei nodi, piuttosto che valutare le distanze a occhio, perché ci si inganna facilmente.
 
    Per riscaldare la tenda.- “Durante un inverno passato in tenda a Otago, Nuova Zelanda, per liberarci dal freddo notturno abbiamo adottato il metodo dei Maori. Abbiamo scavato una buca al centro della tenda, vi abbiamo gettato dei sassi sul fondo e li abbiamo ricoperti con dei tizzoni ardenti, tolti dal fuoco del campo. Una piccola apertura lasciata nella tenda ci salvava dal pericolo di asfissia. Il mattino seguente, le ceneri erano ancora tiepide, dopo che avevano diffuso nella tenda un piacevole tepore per tutta la notte.” (W.M. Cooper).
 
 

 
 
    Mobili.- Di solito, i mezzi di trasporto limitano in modo severo il lusso e l’eleganza dell’arredo di una tenda. Soltanto Giulio Cesare non aveva di questi problemi e, nelle campagne militari, portava con sé persino un parquet di mosaico, con il quale ricopriva il pavimento della sua tenda. Gli ornamenti più belli e decorativi, che allo stesso tempo hanno un peso relativamente contenuto, sono i tappeti, i cuscini e le pelli. Per la tavola, invece, sono le tazze e le posate. Per quanto riguarda l’illuminazione, le candele andrebbero poste dietro a schermi di vetro, per impedire ai soffi d’aria di spegnere la fiamma o di spingerla verso un tessuto infiammabile. L’arte di campeggiare nel lusso è stata portata alla perfezione in Persia, ancora più che in India.
    Letto.- Un mobile come quello del disegno è una grande comodità, perché mette il dormiente al riparo dal suolo umido e dagli attacchi delle multiformi creature che vi strisciano. In viaggi nei quali sono consentiti alcuni lussi, sarebbe opportuno dare la precedenza a questo oggetto Esso diventa addirittura indispensabile nelle zone in cui abbondano le formiche bianche. La struttura può essere di legno o di ferro. La rete, che spesso è fatta di minugia è fissata ai bordi nello stesso modo dell’intelaiatura della racchetta da tennis. Nell’Alto Egitto, dove è molto comune, questo letto è denominato angareb.
    Amache.- Nelle precedenti edizioni di questo libro ho espresso un’opinione contraria all’uso delle amache, a causa della difficoltà di trovare appigli ai quali sospenderle. Devo dire però che la recente, ingegnosa invenzione del Capitano M’Guire, illustrata nel disegno, mi ha fatto cambiare idea. Se le corde dell’amaca devono essere fissate a un pavimento di legno, come potrebbe essere quello di una barca, bisogna usare delle viti a occhiello. Bisogna inoltre mettere delle guaine sotto ai pioli, perché non scivolino.
 
       

    Zanzariere.- Sono facilmente infiammabili. Perciò, se tenete una candela accesa vicino al letto, fate molta attenzione perché può essere pericoloso. (Vedi “Tessuti incombustibili.”) Se vi trovate a pernottare in un rifugio in un paese dal clima afoso, nel quale abbondano le zanzare, potete sostituire il vetro della finestra - se c’è- con un pezzo di garza, oppure chiudere l’apertura con questo tessuto. Ricordate inoltre che, più l’interno è buio, meno attira mosche e zanzare.
    Sedie.- L’ideale per sedersi in tenda sono degli sgabelli robusti, larghi e molto bassi, con delle tavole di altezza proporzionata. Lo spazio nella tenda è poco e risulta meno stipato se le sedie e i tavoli sono bassi. E’ facile abituarsi alla consuetudine orientale di sedersi per terra, ma se si deve scrivere, disegnare o fare calcoli è meglio avere un tavolo su cui appoggiare mappe e quaderni. Lo sgabello della figura ha il sedile di cuoio, ma può essere anche di canapa, di strisce di pelle o di corda. Se è questo il materiale che avete a disposizione, il disegno qui accanto vi mostra come costruire il sedile. Uno sgabello di facile costruzione è quello detto “del mungitore”, che non è altro che uno scanno di legno con una sola gamba.

       
 
    Tavola.- Il modello più semplice di tavola è costituito da due assi provviste di cardini e dai supporti per appoggiarle. Le assi, lunghe due piedi e larghe nove pollici, dovrebbero essere in legno di mogano. Il legno meno indicato è quello di pino, perché si spacca con facilità. Queste assi sono facilmente trasportabili su di un cavallo da soma.
    Sostituti di tavolo e sedie.- Si può scavare un fossato per mettervi i piedi e sedersi sul bordo, che può essere utilizzato anche come tavolo, per disporre tutto il necessario ed averlo a portata di mano.
“Una scatola di legno che misuri un piede per due di lato, munita di cardini, può servire da tavolo se la si appoggia a terra aperta, in modo che il fondo e il coperchio si trovino allineati per formare un ripiano. Terminata la sua funzione di tavola, la scatola può essere riempita del necessario per apparecchiarla” (Peal).
    Ganci.- Nel paragrafo “Pali da tenda” ho parlato di come li si può attrezzare per appendervi degli oggetti. In una capanna o in un bivacco permanente, invece, è consigliabile fissare alle pareti corna di animali o bastoncini piegati a uncino.
 

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